N.76 LATINA (ITALIA) CIUDADES IMAGINADAS, CIUDADES
REALIZADAS. Desde Al Rawda a la Estación
Espacial Internacional.
Latina (Italia) Mussolini y la
ciudad racionalista
Fundada
30 de junio de 1932 e inaugurada seis meses después, el 18 de diciembre, con el
nombre de Littoria, en recuerdo de un los antiguos romanos y sus jerarquías
militares y políticas, la nueva ciudad planificada se construyó sobre los
pantanos Pontinos, durante el gobierno fascista de Benito Mussolini. Desde 1934
es la capital regional de Lacio (Lazio en italiano) y se localiza en la
provincia sureña de Latina. En 1946 fue renombrada como Latina, en referencia a
la provincia donde se asienta el núcleo urbano. Junto con la entonces Littoria
se fundaron otras dos ciudades de nueva planta: Pontinia y Carbonia (en Cerdeña).
Comparación entre el trazado original y la ciudad actual ( fuentes: http://www.novarchitectura.com/2011/12/18/e-successo-oggi-18-dicembre/ y Google Earth. Consultados 24/V/2012)
Marcello
Piacentini fue uno de los arquitectos y urbanistas que participó en la
construcción de la ciudad. Fue uno de los favoritos de Mussolini, Lo habíamos
visto antes en nuestro blog cuando hablamos de la ciudad universitaria[1]
y mostrábamos el caso de la nueva sede diseñada por él en Roma, con un estilo
denominado neoclasicismo simplificado, caracterizado por su monumentalidad, e
inscrito dentro del movimiento racionalista. Otros arquitectos que participaron
en la operación urbanística y arquitectónica fueron Duilio Cambellotti y
Angiolo Mazzoni.
Jerarquía vial y trazado original, sobrepuesto a la red actual ( fuentes: Google Earth. Consultados 24/V/2012)
La
ciudad fue habitada en sus inicios por colonos del norte del país provenientes
de las regiones de Friuli y Veneto, pero con el tiempo nuevos pobladores provenientes
de zonas cercanas al Lacio han venido a habitar el centro urbano de nueva
planta, por lo tanto la lengua del norte que introdujeron los primeros
habitantes ha caído en desuso y en su lugar se habla un dialecto romanesco.
La
economía de la región que sirve al sostenimiento de la nueva ciudad se basa en
las industrias de la química, farmacéutica, alimentos, quesos, agro y
servicios. En el pasado siglo XX se construyó una planta de energía nuclear,
que hoy en día se está desmantelando.[2]
Il 18 dicembre ricorrono
i natali di tre città italiane fondate durante il regime fascista: Littoria
(1932), Pontinia (1935), Carbonia (1938).
Nel 1932 venne, infatti,
fondata nel Lazio la città di Littoria, l’odierna Latina. La prima pietra della
nuova città, il cui progetto era curato secondo i canoni dell’architettura
razionalista italiana da Oriolo Frezzotti, venne posta il 30 giugno del 1932,
nel totale silenzio dei giornali italiani come aveva disposto lo stesso
Mussolini, fortemente contrario al progetto.
La stampa estera, al contrario, esaltò la costruzione di Littoria
dedicando ad essa ampi articoli. Il Duce cambiò idea e il 18 dicembre dello
stesso anno, partecipò alla solenne cerimonia d’inaugurazione. La nascita della
nuova città fece il giro del mondo. Il
territorio comunale fu creato ricavandolo in larga parte da quello dell’attuale
Cisterna di Latina (all’epoca Cisterna di Roma, poi dal 1935 Cisterna di
Littoria), ma anche dai comuni di Nettuno e Sezze. Littoria fu eretta a
capoluogo della neonata provincia nel 1934 (a lato: immagine aerea di Littoria
nel 1932).[3]
http://eesti-vabadussojalaste-liit-postkast.2534191.n2.nabble.com/Fa-ismi-looja-Benito-Mussolini-td2017633.html
El
trazado urbano nos recuerda la ciudad salitrera de Mariaelena[4]
en Chile, por su trazado –octogonal- aunque Latina es considerablemente más
asimétrica, y su perímetro más orgánico; Además, Latina por su localización en
tierras de cultivo y cercana a la costa se ha desarrollado mucho más, ocupando
un amplio territorio en comparación con la ciudad salitrera. Los ejes
monumentales, es decir las vías son por lo tanto más extensas y amplias. Aparecen
nuevos barrios que se adaptan a la composición original, pero generan sus
propios entornos y se presentan suburbios que desbordan con mucha la forma
urbana inicial.
Latina
presenta una plaza central de forma rectangular, rodeada por una vía, dicho
espacio público se encuentra dividido en dos partes, una presenta jardines, con
una fuente en el centro, la otra parte más pequeña es una placa dura. Conteniendo
este entorno se presentan los edificios del ayuntamiento. La iglesia corta un
eje monumental, localizándose al oeste. Atrás de esta continúa una vía
ajardinada, con árboles en los costados y remata en un parque arbolado.
Ver video de la fundacion de la ciudad. http://wn.com/Pontine_Marshes
La
forma asimétrica del contorno se asemeja a las poblaciones medievales, en tanto
que crece en -anillos concéntricos-, aparece también un eje vial de norte a
sur, y se dispusieron múltiples plazas y espacios vacios ajardinados. Al sur-este
se abre un gran parque, el cual queda inscrito en parte dentro del perímetro fundacional.
Surgen manzaneros de todas formas que se adaptan a los giros de las vías. Al
sur oeste se instala un centro deportivo, donde antes se había trazado una vía
que describía un hexágono.
Hay
que tener en cuenta que el complejo urbanístico de la ciudad planificada está
concebido dentro del pensamiento racionalista que rompe la simetría urbana, sin
embargo en la disposición visual de los edificios, el concepto de simetría, sí
se presenta con gran fuerza, debido a su estilo neoclásico simplificado. Algunas
vías presentan edificios que hacen espejo o simetría a lado y lado dela calle,
generando una sensación de equilibrio, que sirve para enmarcar edificios
monumentales; seguramente vendrían a reforzar las ideas del poder del gobierno
que se presenta como un agente de equilibrio político y social, enmarcado en el
fascismo de Mussolini.
Analisi
urbanistica e architettonica
Il primo
piano regolatore della città, calcolato in principio per accogliere poche
migliaia di abitanti, venne disegnato da Oriolo Frezzotti in collaborazione con
l’ingegnere dell’Onc Caio Savoia. E’ improntato ad un modello radiocentrico,
strettamente relazionato alle principali linee di comunicazione già tracciate
con i primi lavori effettuati dal Consorzio di bonifica di Piscinara: verso
Cisterna-Roma, verso i monti Lepini, verso il mare, ovvero in direzione dei
borghi già esistenti (Sessano, Villaggio Capograssa, Doganella, Passo Genovese
e Casal dei Pini). Tale impianto consentiva di veder realizzata,
funzionalmente, quella naturale apertura verso la campagna che avrebbe dovuto rappresentare,
secondo le direttive politiche, la condizione primaria alla base dell’intero
esperimento urbanistico. Sull’intelaiatura degli assi viari radiali venne
ordita una serie di anelli poligonali concentrici di cui l’esterno, il viale
Mussolini (oggi XVIII dicembre), costituiva la maggiore circonvallazione.
Quanto alla definizione e alla distribuzione delle varie funzioni urbane, si
adottò una soluzione con tre piazze maggiori, individuanti un polo politico,
uno religioso-educativo ed uno commerciale.
Il cuore
amministrativo originario della città coincide con la piazza del Littorio (oggi
piazza del Popolo), dove sono concentrati alcuni dei più significativi edifici:
il municipio, con la torre-orologio di trentadue metri d’altezza, l’albergo
Littoria (oggi biblioteca e uffici comunali), la sede del partito nazionale
fascista (oggi circolo cittadino), il cinema dell’Aquila (edificio abbattuto).
Nelle immediate adiacenze furono collocati il palazzo delle poste, opera
dell’architetto futurista Angiolo Mazzoni (fortemente manomesso nel
dopoguerra), la stazione delle autolinee (demolita), il palazzo della Teti
(oggi adibito a uffici comunali), la caserma dei Carabinieri, le scuole
elementari in piazza Dante, gli annessi edifici residenziali dell’Ina (ing. Petrilli),
l’opera nazionale maternità e infanzia, lo stadio. Ad ovest della piazza del
Littorio, sul prolungamento del suo asse longitudinale, fu aperta la tranquilla
piazza del Quadrato, centro agrario della città con la sede dell’opera
nazionale combattenti e gli. uffici dell’azienda, sistemati perimetralmente.
Lungo la
retta che attraversa il centro a sud si affaccia piazza S. Marco (già piazza
Savoia), nucleo religioso-educativo costituito dalla chiesa omonima, l’asilo,
la casa del combattente, l’opera nazionale balilla (oggi sede del Museo
Cambellotti), gli edifici abitativi dell’Ina (arch. C. Vannoni).
A sette
chilometri circa dall’abitato, infine, venne costruita la stazione ferroviaria
su disegno, ancora, dell’architetto Mazzoni, intorno alla quale sorgerà, di lì
a poco, il villaggio-satellite di Littoria Stazione.
I primi
edifici pubblici progettati da Frezzotti sono contraddistinti da dimensioni
contenute e bassa densità; il loro carattere semplice e modesto risulta
appropriato alle esigenze di un mero centro rurale. Ma con l’elevazione di
Littoria a capoluogo di provincia, salendo il novero delle costruzioni
pubbliche, l’architetto tentò di convertirsi ad una maggior monumentalità,
specie attraverso l’uso delle facciate ad ordine gigante e all’impiego dei
rivestimenti in travertino, in risposta ad una accresciuta finalità
rappresentativa.
A sud-est
della piazza del Littorio, lungo la radiale verso Terracina, si creò la nuova
piazza XXIII Marzo (oggi piazza della Libertà), fulcro delle funzioni politico-amministrative
con la banca d’Italia e il grande palazzo del Governo; nelle vicinanze,
proseguendo oltre le due costruzioni gemelle turrite dell’Istituto nazionale
assicurazioni (arch. Machin) fu concepito il parco Arnaldo Mussolini.
Nella già
esistente piazza del Littorio, a chiusura dell’unico lato rimasto aperto, venne
edificato il palazzo degli uffici finanziari e del Genio civile, adiacente a
quello dell’Economia corporativa; contemporaneamente, furono ampliati gli
edifici mazzoniani delle poste e della stazione e terminati la questura, il
distretto militare, l’Istituto tecnico (ing. arch. E. Caldarelli), la sede del
Consorzio della bonifica di Littoria (arch. O. Frezzotti).
Il 18
dicembre del 1936, inoltre, venne inaugurato il palazzo di giustizia (arch. O.
Frezzotti) e completata la realizzazione dell’ospedale e del quartiere delle
case popolari (arch. G. Nicolosi), necessario a contenere l’improvviso
addensamento demografico ed orientato ai più moderni criteri di edilizia
residenziale.
Al 1938 vanno
ricondotte le costruzioni della casa del contadino (arch. F. Di Fausto,
demolita nel 1962) e dell’agricoltore.
Nel 1940, per
conto dell’Ina, furono eseguiti su progetto degli architetti Mario Paniconi e
Giulio Pediconi i fabbricati abitativi disposti ad angolo su piazza Roma.
Nel 1942,
infine, l’architetto Frezzotti ideò l’imponente casa del fascio (palazzo M),
dalla tipica planimetria ispirata al monogramma di Mussolini, e il palazzo
della gioventù italiana del littorio; questi ultimi edifici saranno consegnati
al Pnf solo nel febbraio 1943 e riporteranno pesanti danni a seguito dei
bombardamenti anglo-americani.[5]
Los
edificios suelen estar de acuerdo a los principios modernos: largos y estrechos
para que se iluminen y ventilen generando una buena higiene interior, que evite
el enrarecimiento de los espacios; de cubiertas planas, presentándose solo
algunos edificios públicos con tejados a dos aguas; con estructuras del tipo
–dominó- en con concordancia con los estándares constructivos de la época, además
se generan espacios verdes al interior de la manzana; algunos edificios
presentan planta libre o pórticos que permiten pasar a través de ellos.
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